Grande successo del libro – Gli accordi spezzati – di Roberto Maggi.
Insolita, peculiare, dal fascino moderno senza prescindere dalla tradizione, l’opera dell’autore romano, presentata nella capitale il 17 novembre scorso da “Mangiaparole”, in via Manlio Capitolino dalla giornalista Orietta Spera, è dalla stessa recensita così:
Atemporale e musicale al contempo, ritmico, flessuoso. Il fascino sta nel non correlarsi a date tangibili ma nella proposta di una umanità diretta, attuale, sebbene essa, serpeggiando tra le righe sia collocabile in qualsiasi piega della memoria, oltre gli anni. Coinvolgente, “Gli accordi spezzati” viaggia dentro più trame, cambia in continuazione, torna indietro e poi di nuovo a noi. Una prospettiva quasi giornalistica, energetica, antinoia, pervade il continuo stupire letterario e si traduce in una ricerca che l’autore fa di termini incisivi, che conferiscono uno stile nuovo, intenso e insolito, che risveglia e appassiona il lettore il quale diviene partecipe e un po’ fautore. Senza collegamenti abituali è vero, come scrive Marina Caracciolo nella prefazione “ufficiale”: la “Recherche” di Proust può essere rintracciata sovente tra le righe e dentro di esse. Roberto Maggi incuriosisce evocando il tardo novecento attraverso modalità narrative cristalline, avvicinandosi a Piero Chiara (quello di “Una spina nel cuore”) o anche alla guizzante punteggiatura e all’indagine del particolare sintattico di Andrea De Carlo (in “Arcodamore”, ad esempio) e brilla sensazionale, stupefacente, mentre sottopone il lettore alla visione musicale di un tempo veloce, attualissimo e dove memoria e tempo sono anzitutto fattori apparentemente slegati ma dalle infinite comunanze; un invito al dialogo, innovatore ma pure non dimentico di certa, tradizionale vulnerabilità. Non una colonna sonora quella che percepiamo, bensì un “tutto compiutamente bellissimo” che è il supporto al libro, il leitmotiv che ci porta per mano, educandoci alla lettura ma lasciandoci liberi di scegliere. Un insieme narrativo/musicale che aspetta di essere scoperto. Orietta Spera